Ogni mese di settembre ricevo da parte di Aldo Pallotti (non il maestro delle mie lontane elementari, ma il collega che mi ha insegnato a fare la maestra) gli auguri per un anno scolastico proficuo:sono i più graditi...quest'anno ha inviato questo testo su cui mi pare importante riflettere per non perdere di vista il bambino, il vero protagonista della scuola. Non un bambino prototipizzato, non un bambino ideale, non un bambino standardizzato, ma il bambino che possiamo scoprire ogni giorno se facciamo funzionare il nostro orecchio acerbo.
Buon anno a tutti...colleghi, alunni e genitori.
Un giorno sul diretto
Capranica-Viterbo
vidi salire un uomo con un orecchio acerbo.
vidi salire un uomo con un orecchio acerbo.
Non era tanto giovane,
anzi era maturato
tutto, tranne l’orecchio, che acerbo era restato.
Cambiai subito posto per essergli vicino
e potermi studiare il fenomeno per benino.
tutto, tranne l’orecchio, che acerbo era restato.
Cambiai subito posto per essergli vicino
e potermi studiare il fenomeno per benino.
Signore, gli dissi
dunque, lei ha una certa età
di quell’orecchio verde che cosa se ne fa?
Rispose gentilmente: – Dica pure che sono vecchio
di giovane mi è rimasto soltanto quest’orecchio.
È un orecchio bambino, mi serve per capire
le voci che i grandi non stanno mai a sentire.
Ascolto quel che dicono gli alberi, gli uccelli,
le nuvole che passano, i sassi, i ruscelli.
Capisco anche i bambini quando dicono cose
che a un orecchio maturo sembrano misteriose.
di quell’orecchio verde che cosa se ne fa?
Rispose gentilmente: – Dica pure che sono vecchio
di giovane mi è rimasto soltanto quest’orecchio.
È un orecchio bambino, mi serve per capire
le voci che i grandi non stanno mai a sentire.
Ascolto quel che dicono gli alberi, gli uccelli,
le nuvole che passano, i sassi, i ruscelli.
Capisco anche i bambini quando dicono cose
che a un orecchio maturo sembrano misteriose.
Così disse il signore con un orecchio
acerbo
Quel giorno, sul diretto
Capranica-Viterbo.
Gianni Rodari
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