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" Cos’è questo blog? Per me è il principale strumento di lavoro" Ho sempre fatto la maestra e ormai sono passati più di trent'anni. Sposata con Piero, due figli e ( per fortuna) ancora tanta voglia di fare per imparare il mio mestiere. Laureata in METODI E TECNICHE DELLE INTERAZIONI EDUCATIVE alla IULINE di Firenze:un'avventura che mi ha segnato nel profondo. Allora ho proseguito:MASTER di Primo Livello in Educazione e Formazione Pedagogia 2.0 e Laurea Magistrale in Innovazione Educativa ed Apprendimento Permanente.Ora lavoro sia alla Primaria sia presso UNIMIB come tutor coordinatore di Tirocinio per studenti di Scienze Formazione Primaria.

giovedì 1 marzo 2018

2 marzo 2018:in ricordo del mio amico Mario

Oggi ho ricevuto una email dal mio amico e collega Aldo Pallotti. Gli ho chiesto l'autorizzazione che mi ha concesso a pubblicarne il contenuto. In un tempo come il nostro queste parole aprono il cuore alla speranza.

In ricordo del mio amico Mario

Care amiche, cari amici, gentili colleghe e colleghi,
anche quest’anno rubo dieci minuti della vostra attenzione per ricordare il mio carissimo amico Mario Lodi a distanza di quattro anni dal giorno in cui ci ha lasciato.
Naturalmente non voglio ricordarlo come Maestro, come scrittore, come pedagogista, come intellettuale; tra le persone che riceveranno questa mail ve ne sono sicuramente molte che saprebbero farlo meglio di me.
Io voglio ricordare questo amico, uno dei più cari che abbia mai avuto, come persona.
Voglio ricordare a tutti la sua straordinaria sensibilità, la sua capacità di essere attento agli altri, il suo modo sincero e gentile di parlare e di essere, il suo straordinario amore per il bello.
E voglio farlo raccontando alcuni momenti poco conosciute, vissuti insieme nei trent’anni in cui ho avuto il piacere di collaborare con lui.
Ricordo ad esempio il modo in cui si era rivolto, nel 1994, nel corso di un Convegno di formazione, organizzato insieme presso la Casa delle Arti e del Gioco, dal titolo “Il bambino e la scuola: incontro o scontro ?”
Alle giovani colleghe che, con grande disponibilità e voglia di fare, avevano partecipato ai tre intensi giorni di lavoro e di studio, si era rivolto così:
In voi ho visto me ai primi corsi del Movimento di Cooperazione Educativa, quando cercavo vie nuove insieme ai bambini, in un tempo storico che dava speranze.
Avrei voluto camminare con voi all’ombra degli alberi, parlare di tante cose, capire.
Ero felice immaginando questo.
Poi, invece, mi sono seduto davanti a voi per tenere la relazione.  Ma ero con voi, dalla vostra parte, col desiderio di poter ricominciare da capo, oggi, l’esperienza di maestro, in questa società che ha bisogno di entusiasmo, di valori, di sogni.
E come, al  termine di un altro Convegno di tre giorni “Una scuola per il bambino”, organizzato sempre presso la nostra Casa delle Arti e del Gioco dal 27 al 29 giugno 1995, nel saluto finale, in un clima decisamente positivo per l’entusiasmo che aveva animato tutti i momenti di lavoro, si era rivolto agli alunni delle corsiste e dei corsisti, dicendo:
A questo punto vorrei poter parlare a tutti i bambini.  Ai vostri, che sono fortunati perchè trovano nella scuola docenti che li accolgono e li aiutano a crescere in serenità, ma soprattutto ai tanti altri che nella scuola soffrono perché non trovano il calore dell’atmosfera amicale e gli stimoli a realizzarsi nella felicità creativa; nelle aule scolastiche c’è ancora una diffusa sofferenza, bambini che si adeguano e sopportano, spegnendo la loro personalità.
Vorrei dire loro che ci sono buoni motivi per sperare che la loro vita scolastica migliori perchè ci sono educatori che invece di andarsene in vacanza si riuniscono qui ed altrove, per cercare il modo di restituire ai bambini la scuola a loro misura, a cui hanno diritto.
Quindi, come nei vecchi film possiamo dirvi che “arrivano i nostri !” o meglio “arrivano i vostri !” a liberare il popolo dei bambini dai loro oppressori. Non sappiamo quanto sarà lunga e difficile la battaglia, ma certamente, se il nostro vuol essere un Paese civile, la vinceremo”

Ricordo anche, grazie al caro amico Antonio Catalano, lo straordinario turista che, di fronte ai Templi di Agrigento, li “fotografava” con carta e matita a carboncino.





































Ricordo infine quando con una mia classe ( vent’anni e più di continua e intensa corrispondenza con Mario ), gli abbiamo inviato una nostra storia, dedicata ai nonni, nella quale i bambini immaginavano di tornare indietro nel tempo di moltissimi anni per poter giocare con i nonni che non avevano conosciuto, quando i nonni erano ancora bambini.
Avevamo toccato il tema della morte e di quel freddo sentimento di irrimediabile lontananza, che aveva suscitato in noi.
Così ci rispose Mario:




Questo vale anche per il nostro amico Mario: resterà con noi sempre, e noi vedremo ancora il suo sorriso, sentiremo ancora la sua voce e il calore della sua mano.
Perché i pensieri d’amore sono più forti della morte.
Vi ringrazio per avere condiviso con me questi ricordi
                                                                                                                      Aldo

Un altro ricordo



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